martedì 19 giugno 2012

Il silenzio e oltre



Questa raccolta di composizioni, inizialmente chiamata "Il silenzio ed oltre" è stata pubblicata con il titolo "Il capo posando" che poi è anche il titolo della prima delle composizioni. La raccolta è qui pubblicata completa, alcune di queste composizioni appaiono in altre pagine di questo mio blog.


IL CAPO POSANDO

Il Tuo palpito,
cifrato messaggio,
da inimmaginabili lontananze
a noi giunto,
raccogliere vorrei,
il capo posando
sul tuo petto.
 


I
Fu nella punta più aguzza della guglia,
dove non s’avventurano le nubi ?
o nel fondo d’insondabili profondità,
mai penetrate da sguardo d’uomo ?
o nella più riposta stanza,
dove ogni rumore e grido si spegne
e la corsa delle ore si acqueta?
Non so !
                 ma là,
in un luogo senza luogo,
nel silenzio oltre il silenzio,
in un tempo fuori del tempo,
senza parole o suono di voce,
eppure ben udito,
fu pronunciato il mio nome.
II
Stabile e mobile luce di faro
ha orientato, quel nome,
il mio incerto ondeggiare ,
quando, non esperto, ho affrontato
il tumulto del mare.
Come un’antica mappa,
giorno dopo giorno, l’ho compulsato,
quel nome,
a cercarvi una traccia
per il mio navigare.
        Eppure nel suo chiuso mistero
intatto è rimasto
quel nome !

III
Il viaggio ormai s’è fatto breve:
alle corde è il tempo.
Presto sarà tolto
da quel nome. il velo.
E allora finalmente saprò
chi sono.
(26 genn. 2000)


                                              CANTO ALLA NOTTE

Notte,
        velo del mistero,
         grembo
del giorno che viene ,
dilatato occhio
         sull’invisibile,
rallenta, notte, la tua corsa,
indugia ancora
perché lo struggimento dell’attesa
         ci lavi
         e ci profumi la speranza
e tempo ci sia dato
         per mettere l’abito di nozze
e, tutti insieme, entrare, cantando,
         nella sala del banchetto.

                                                       NUDO TRONCO

Ti sei abbattuto su di me, Signore !
Hai scagliato a terra tutti i miei frutti.
Hai strappato e disperso le mie foglie.
Uno ad uno
hai spezzato i miei rami.
Ai morsi del gelo
hai abbandonato le mie radici.
Sono nudo tronco,
d'inverno.

Eppure, sulla tua parola,
stretto in questo gelo,
con impazienza attendo
che il sole riavvampi
i rami dei pioppi
e nei fossi riprenda
il saltellìo allegro dei ruscelli
e il grido dei fiori nei prati
esultante annunci
la primavera.
(Al "Don Gnocchi", Milano 1996)


                                                    BUSSA, TI PREGO !

Ti prego, alla mia porta
continua a bussare.,
Signore !
forse sto dormendo...
Bussa più forte!

Forse qualcosa
per me importante
mi sta assorbendo...
Bussa deciso !

Forse, sono uscito...
Sul vecchio gradino
presso la soglia
aspettami, ti prego !
( 13 giugno 1999)


                                               CHIAMAMI, SIGNORE

    Chiamami, Signore !
chiamami con fulmini e tuoni,
chiamami con la lieve carezza del tuo respiro.
    Chiamami come vuoi,
ma chiamami, Signore.

    Chiamami Signore !
chiamami con la tua parola;
chiamami con il tuo silenzio.
Chiamami come vuoi
ma chiamami, Signore.

    Chiamami, Signore !
chiamami con la tua presenza,
chiamami con lo tua assenza.
Chiamami come vuoi,
ma chiamami, Signore.
Chiamami, Signore !
chiamami con il giorno,
quando, svegliandomi, dico: "è bello !",
chiamami con la interminabile notte,
quando invano l’aurora attendo.
Chiamami come vuoi,
ma chiamami, Signore.

Se tu non mi chiami, Signore,
sono un tronco alla deriva
un uomo senza memoria e nome,
agli altri e a se stesso ignoto.


IL NOME E L'ACQUA

I
Un battito d'ali...
anzi, ancor meno,
e il mio nome sarà dimenticato.
Nelle pagine sbiadite della memoria
di quanti mi hanno amato,
travolte dal tempo,
non rimarrà di me alcuna traccia.

Uomo fui
il cui nome fu scritto sull'acqua.

II
Ma l'acqua è colma
d‘imprevedibile potenza
per lo Spirito che la copre
quando la Parola opera
l'ineffabile congiungimento.
Allora, nella solare trasparenza
del grande fiume,
nel prezioso intreccio
di tutte le generazioni,
il mio nome brillerà
nel suo pieno splendore.

Uomo veramente io sono,
il cui nome è salvato dall'acqua.

(Lourdes, 17 aprile 2001)


                             A LUNGO MI SONO INTERROGATO

A lungo mi sono interrogato,
con pazienza e impazienze ho cercato,
con insistenza e fiducia ho pregato:
«Qual è il mio posto e la mia strada ?»

E il Signore, alla fine, mi ha risposto:
«Non cercare un posto
per te:
un posto sei tu
per me,
un libero spazio
per il mio creare,
una aperta strada
per il mio passare»

E così ho compreso.
Non c’è vita
senza morte,
non c’è pienezza
senza svuotamento,
né compimento di sé
senza perdizione.
L’unica vittoria che vale
è la resa totale a Te,
che sei la Vita.


SO CHE TARDERA’

So che tarderà la tua venuta:
ma non per questo lascerò il mio posto
           di guardia,
dietro la fessura delle imposte
            accostate,
l’occhio fisso, impaziente
            di cogliere i segni più lontani
del tuo ritorno.

Ma pur anelando al compimento,
            vorrei, a un tempo, che non finisse mai
questa struggente ebbrezza
             dell’attesa,
con tutto l’essere proteso
              verso di Te,
desiderato bene.

(2001)


QUANDO MI SVEGLIAI

Quando mi svegliai la prima volta
Tu già eri accanto a me, nella mia stanza.

E prima che, aperti gli occhi, ti vedessi,
il tuo sguardo amico su di me posavi.

E quando titubante pronunciai il tuo nome,
il mio nel tuo mistero già riposto avevi.

Ed ora, che il mio giorno nella notte affonda,
il tuo giovane volto davanti a me risplende,

sole del nuovo giorno,
che ogni oscurità dissolve.

(2001)


PER PRIMO MI HAI PRESO

Tu, per primo
               mi hai preso,
Tu questo fuoco
               hai acceso.
L’Amore
               con il quale Tu mi ami,
               in me bruciando,
                         in me Ti ama.

ACCOGLIERTI SOLTANTO

Nessun potere su di Te
             abbiamo.
Accoglierti soltanto
             a noi è dato,
             come al contadino la pioggia.

Allora veglierò alla tua soglia,
              nella muta oscurità di lunghe notti
              finché non mi sorprenda
l’allegro cigolio
              della tua porta.


AMARTI VORREI

       Amarti vorrei,
Con due cuori, Signore.
Con il mio di sempre,
        che tu ben conosci
E con l’altro:
         il cuore della donna
                  senza nome
                          de Vangelo* (Lc 7)

         Come lei
         per impeto di amore
irrompere vorrei
          nella sala del banchetto
e sfidare
          dei cinici il sarcasmo
               e il rossore imbarazzato
          dei devoti.

E ai tuoi piedi, poi ,
          accovacciarmi
e, con i disciolti grumi di pianto
           lavarli
e, con liberi capelli,
           asciugarli
e con profumi, che solo lei conosce,
           inebriarli
e, come lei, dei baci,
           dal tuo ospite negati,
                  ripagarli.

Ma Tu,
               solo il mio cuore vuoi,
per lavarlo e profumarlo
               come piace a te.
* Lc 7



LEGGE E AMORE.

“Tu devi” ! fu detto.
E la legge
regolò il mondo:
dovere,
diritto,
misura
certezza
calcolo
sicurezza
previsioni
contratti
merito
stipendio
paga
premio
giudice
tribunale
codice.

«Per amore!» Egli disse.
E l'amore
fermentò la soria:
libertà
dono
gratuità
sproporzione
sorpresa
dismisura
invenzione
rischio
novità.
La legge
lega
misura
impegna.

L’amore
libera
regala
attira.

La legge
è del tempo;
dell’eternità
è l’ amore.

Verità della legge
è l'amore

(2002)



ERI TU

Eri lì, a due passi,
             o anche meno
             (così mi parve).
Mi alzai per raggiungerti.
             Anche Tu.
Allungai il passo.
             Anche Tu.
Mi misi a correre.
             Anche Tu.
Spinsi al massimo.
             Anche Tu.
Sempre più forte.
             Anche Tu.
Sempre più lontano.
             Anche Tu.

Sfinito
              come morto
              mi accasciai.
Sconfitto.

Lieve un soffio,
               meno di niente,
sfiorò il mio volto.
Eri Tu!


INESPRESSO CANTO

Nel chiuso grembo del cuore
dolorosamente gemendo preme,
impossibile parto,
dolcissimo un canto.

Dovrò dunque morire
perché al disciogliersi del tempo
e dello spazio
questo inespresso canto
Tu renda libero per sempre ?

(2 novembre 2002)


ALTRO AMORE NON CERCO

        Dal cuore della roccia,
erompe,
         incontenibile impeto,
l’acqua
          e nella sottostante conca
si raccoglie
          e silenziosa filtrando tra le pietre
          sull’arida pianura
si distende
e la feconda.

Altro amore non cerco.
          Appagato sono del Tuo,
che tutto m’invade
           e sazia
e per segrete vie,
          oltre me, s’espande,
ed altri raggiunge
          e colma,
ed altri ancora,
          ed altri,
un corpo solo formando.

(Febbraio 2003)


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